La partecipazione dell’IRET-Uos di Napoli a “Futuro Remoto” CNR

Microscopio

Si è conclusa da pochi giorni la XXXIII edizione del Festival della scienza “Futuro Remoto: Essere 4.0- Storie di Rivoluzioni Scienza e Tecnologia, da Leonardo da Vinci ad oggi”, tenutosi a Napoli dal 21 al 24 novembre 2019 presso Città della Scienza. La kermesse scientifica ha visto una folta partecipazione di prestigiosi Enti di Ricerca, Istituzioni ed Università. Come già avvenuto nelle passate edizioni, il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha aderito all’evento in maniera massiccia e multidisciplinare con quasi 20 strutture di ricerca e non (come ad esempio la Biblioteca Centrale).
Tra gli Istituti presenti vi era anche l’Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri – Sede Secondaria di Napoli, inserito nell’area tematica “Scienze della vita” – Titolo “Essere 4.0: le biotecnologie per curare il pianeta”.
Le attività di ricerca illustrate dal personale della Sede Secondaria di Napoli (F. Anna Digilio, Daniela Cavaliere, Maria D’Apolito, Elena Ionata, Loredana Marcolongo, Sabrina Margarucci, Alessandra Morana, Orsolina Petillo, Giuseppe Squillaci, Francesco Veraldi, Marika Carillo, Lucia D’Orsi) hanno preso spunto da una domanda di estrema attualità: Cosa è possibile fare per la salvaguardia del nostro pianeta? La valorizzazione dei materiali di scarto di origine agro-industriale, l’utilizzo di semplici sistemi modello per testare gli effetti dei contaminanti ambientali sulla salute degli organismi e degli ecosistemi, l’economia circolare come nuova strategia per un futuro sostenibile, sono solo alcune delle tematiche affrontate che hanno offerto ai visitatori ed ai giovani studenti delle concrete risposte all’interessante e stimolante quesito.
Inoltre, il pubblico è stato coinvolto in semplici attività interattive che hanno mostrato principi e tecniche utilizzate in laboratorio per lavorare con le macromolecole biologiche, come acidi nucleici e proteine, o con microrganismi batterici ed archaeali ma anche tecniche di manipolazione e di osservazione delle cellule e del moscerino della frutta Drosophila melanogaster, utilizzati come sistemi modello.